In primavera e in estate le curiamo troppo, e spesso male, mentre in inverno tendiamo a dimenticarle… ma le nostre piante seguono i ritmi della natura e andrebbero accudite con metodi naturali, in ogni stagione del loro ciclo vitale. Ecco alcuni consigli per coltivarle in modo sano per loro e per l’ambiente, e prepararle ad affrontare i prossimi mesi.
PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE
Ogni anno sul pianeta vengono utilizzati trenta milioni di quintali di pesticidi. Secondo alcuni studi americani, solo lo 0,1% raggiunge il suo obiettivo: il resto si disperde nell’ambiente e viene quindi successivamente ingerito o inalato. Le persone più esposte all’intossicazione cronica sono gli operatori agricoli o i giardinieri, ma non c’è differenza di composizione tra i loro prodotti e quelli ad uso amatoriale! Chi ama le piante ama certamente anche la natura, eppure usa senza problemi spray lucidanti o anticrittogamici; forse perché non sa che esistono rimedi alternativi naturali, o perché pensa che siano scomodi o inefficaci. Invece funzionano, però non basta sostituirli ai prodotti chimici; è necessario introdurre un punto di vista diverso, che ha nella prevenzione il proprio fulcro significativo, per cui ricordiamo alcuni principi basilari:
• Tutte le piante hanno bisogno di aria, di luce e di acqua. In primavera e in estate dovrebbero quindi stare all’aperto e annaffiate sempre con acqua a temperatura ambiente: la mattina presto le piante in ombra e la sera tardi quelle al sole. In autunno ed inverno possono essere tenute vicine ad una finestra, ma lontane da radiatori o spifferi; vanno annaffiate poco e, salvo eccezioni, non concimate.
• I rinvasi vanno fatti prima della ripresa vegetativa con nuovo terriccio, se necessario in un vaso più grande oppure nello stesso, pulito e disinfettato con alcool. Una pianta appena acquistata va invece rinvasata subito, lavata con acqua tiepida e sapone di Marsiglia, e risciacquata bene; è normale che nei primi giorni di adattamento alcune foglie ingialliscano, ma vanno lasciate cadere da sole.
• Il vaso non è un dettaglio secondario. Quelli in cotto sono belli, ma pesanti e fragili, oltre che difficili da pulire; la loro porosità permette alle radici di respirare ma le porta anche a seguire il flusso dell’evaporazione e ad attaccarsi alle pareti, rimanendo più esposte agli sbalzi termici e agli strappi dei rinvasi. I vasi in plastica, viceversa, sono più economici e pratici ma spesso bruttini; comunque preferibili per le piante al sole o sui balconi, perché più leggeri.
TERRICCI E CONCIMI
Un buon terriccio è fondamentale per il benessere delle piante. E’ meglio acquistarlo, perché la terra di campo è spesso troppo compatta e può contenere ospiti sgraditi; inoltre, esistono diversi terricci per piante ad esigenze particolari. Per chi ha orti o giardini il compostaggio vegetale ha un grande valore ecologico e nutritivo, perché trasforma in humus sostanze altrimenti destinate ad accrescere il volume di rifiuti cittadini. Può essere preparato in una fossa all’ombra, ma esistono in commercio anche appositi contenitori di modeste dimensioni, collocabili magari sul balcone di cucina. Si può compostare qualsiasi residuo organico non grasso né animale: erba tagliata, scarti di verdure, gusci d’uova, noccioli di frutta, pezzi di cartone, cenere di legna, persino le ripuliture delle gabbie dei canarini! Il terriccio che si formerà con il tempo renderà superfluo l’uso di fertilizzanti. Anche per le piante in vaso le concimazioni possono essere dannose se sbagliate o troppo assidue. Ad esempio l’azoto è utile per lo sviluppo dei tessuti e non andrebbe fornito durante il riposo vegetativo, mentre il potassio rinforza le difese contro il freddo e il fosforo facilita il radicamento delle talee. Comunque un buon terriccio possiede già tutto il necessario e se sono tenute in condizioni ambientali sane possiamo integrarlo due o tre volte all’anno (mai dopo i rinvasi), con fertilizzanti naturali facilmente reperibili nei vivai o nei consorzi agrari:
• Cornunghia. Ottenuto dalla essiccazione di corna o unghie animali, a differenza dei concimi chimici cede l’azoto lentamente e quindi può essere usato di rado. E’ adatto per piante ornamentali o da fiore, e per concimazioni invernali.
• Guano. Viene estratto dall’accumulo stratificato di deiezioni di uccelli. E’ ricco di azoto, fosforo, calcio e diversi microelementi minerali. Ottimo per giardini o orti.
• Litotamnio. E’ una polvere ottenuta dallo scheletro calcareo di alghe. E’ composta soprattutto di carbonato di calcio, nonché di magnesio, silice, ferro, zolfo, potassio; per la presenza di oligoelementi e l’elevato potere assorbente, viene usata per aumentare il PH del terriccio e facilitare il compost.
• Sangue secco. E’ uno dei concimi organici più ricchi di azoto; è facilmente solubile in acqua e quindi la sua azione è più rapida e adatta anche alle piante in vaso.
• Farina di roccia. E’ ottenuta dalla frantumazione di rocce silicee. Ha molti elementi nutritivi (magnesio, calcio, ferro, zolfo, silicio, potassio, fosforo) e la sua bassa solubilità garantisce una scorta minerale a lenta cessione. Preferito dalle cactacee.
RIMEDI NATURALI
I rimedi naturali hanno un impatto meno violento non solo sull’ambiente ma anche sui parassiti e sulle stesse piante, ma usati tempestivamente hanno la stessa efficacia di quelli chimici. I principali metodi di utilizzo sono il decotto (ammollo in acqua fredda per un giorno, breve bollitura a fuoco lento e filtraggio), l’infuso (l’acqua bollente va versata sulle erbe, lasciando poi riposare prima di filtrare), il macerato (fermentazione in acqua e all’aria, filtraggio e diluizione) e l’estratto (macerazione in alcool in recipiente chiuso, filtraggio e diluizione). In questi modi possiamo usare diverse sostanze naturali:
• Aglio. E’ antisettico, antibatterico ed utile soprattutto contro afidi ed acari. I bulbi estivi sono i più efficaci: un paio tritati in un litro d’acqua, da spruzzare in infuso non diluito, eventualmente aggiungendo un pizzico di peperoncino, come per gli spaghetti!
• Assenzio. Svolge un’azione repellente nei confronti di insetti, formiche e bruchi, ed è utile contro la ruggine. Si utilizzano le foglie e le infiorescenze estive: un cucchiaino di pianta secca per un litro d’acqua, in infuso o decotto.
• Bicarbonato di sodio. Ha un’azione inibente sulle malattie fungine ed è una buona alternativa allo zolfo. Si diluisce un cucchiaino in un litro d’acqua, aggiungendo eventualmente una decina di gocce di olio essenziale di tea tree. Può essere usato anche per pulire la serra prima del ricovero invernale.
• Felce Maschio. E’ un buon repellente per gli insetti e le lumache. La dose di riferimento per litro è di 100 gr. di foglie fresche o 10 se secche, in macerato (o estratto per trattamenti invernali) diluito due volte.
• Equiseto. Per l’alto contenuto di silice e di sali solforici è un efficace anticrittogamico. Vanno utilizzati gli sterili ricacci estivi: 100 gr. di pianta fresca o 10 di pianta secca in un litro d’acqua, in decotto diluito poi 5 volte e addizionato a farina di roccia (1%).
• Farina di roccia. Agisce per azione meccanica, danneggiando l’apparato boccale o respiratorio degli insetti. Si applica come la cipria con un pennello, lasciando agire per un giorno prima di risciacquare. E’ efficace anche contro i funghi, nel qual caso è più indicata la nebulizzazione, che si ottiene diluendone due cucchiaini in un litro d’acqua.
• Lecitina di soia. Agisce per contatto con un effetto anticrittogamico, inibendo la germinazione delle spore fungine. Si mette un cucchiaio di quella granulare in un litro di acqua e si fa riposare per qualche ora. E’ utile aggiungere una decina di gocce di propoli.
• Legno quassio. Si tratta della segatura di piante sudamericane, ricche di un principio attivo insetticida particolarmente efficace ma innocuo per l’uomo, animali domestici e insetti utili. La dose di riferimento è di 50 gr. per litro d’acqua, in decotto.
• Oli essenziali. Hanno proprietà antisettiche, rigeneranti e stimolanti. Si usano in sinergia con altri prodotti, di cui potenziano gli effetti. I più efficaci sono quelli di cipresso, timo, origano e tea tree: 10-15 gocce per litro d’acqua.
• Ortica. Stimola la crescita e l’autodifesa delle piante. E’ ricca di azoto, ferro, sali minerali, vitamine. Si utilizza la parte aerea, raccolta in estate prima della formazione dei semi: 1 kg di pianta fresca o 200 gr. se essiccata in 10 litri d’acqua. Il macerato di 12 ore si utilizza diluito 10 volte come insetticida; per attacchi più gravi o per muffe si può usare il macerato di 4 giorni, addizionato al decotto di equiseto e diluito 30 volte.
• Propoli. Antibiotica, antimicrobica, anticrittogamica, disinfettante e cicatrizzante, è preziosa nella cura di muffe, ruggine, marciumi. I prodotti a base di propoli si trovano in erboristeria: di solito si utilizza la soluzione idro-alcolica, che va diluita una decina di volte. Per proteggere le ferite dagli attacchi di germi o funghi si può spennellare un composto a base di tintura di propoli ed olio vegetale in proporzioni 1:5.
• Pompelmo. L’estratto dei semi è un potente disinfettante ed ha proprietà antibatteriche, antivirali, antimicotiche ed antiparassitarie. Reperibile in erboristeria, va sempre diluito (una ventina di gocce per un litro d’acqua).
• Sapone di marsiglia. Ha un’azione insetticida per contatto, perché danneggia la cuticola cerosa di molti insetti e lava la melata degli afidi; può essere addizionato ad altri preparati per aumentarne il potere coprente. Se ne diluisce un cucchiaio per litro e va sempre risciacquato bene, entro un giorno, proteggendo il terriccio con un foglio di cellophane.
PREPARARLE ALL’INVERNO
La maggioranza delle piante va in vegetazione in primavera o in estate, ed entra poi in fase di riposo: alcune specie, come ad esempio le cactacee, necessitano di un vero e proprio “letargo” al freddo e all’asciutto; altre, come le euforbie o i generi di origine sudafricana, tendono a mantenere il ciclo vitale “ribaltato”, ma la quantità di luce alle nostre latitudini è troppo scarsa per cui solitamente fioriscono in novembre-dicembre e poi anche loro entrano in riposo; le cosiddette piante d’appartamento, di origine tropicale, mantengono invece una vegetazione rallentata. Dunque in autunno e in inverno non possiamo certo dimenticarci di loro: anzi, soprattutto adesso è importante prepararle per il riposo, perché un inverno trascorso male può danneggiarne la crescita anche in modo fatale. Una regola generale richiede di dare alle piante pochi stimoli, il che significa interrompere le concimazioni, ridurre la frequenza di annaffiature, non rinvasarle e tanto meno stressarle di sbalzi termici. Il che ci porta a suddividere le nostre verdi amiche in due principali categorie:
1. Le più piccole o più resistenti possono svernare su un balcone, un portico o una serretta fredda. E’ importante che siano riparate da pioggia, neve e vento, eventualmente avvolgendole in teli di tessuto-non-tessuto, che lascia traspirare, evitando il cellophane che invece può essere usato per coprire le ringhiere esposte a tramontana. Le piante in giardino vanno protette alla base con una pacciamatura di foglie secche o paglia. Prima di ammassarle in serra, le piante vanno sempre pulite da polvere, ragnatele, rami e foglie secche, spazzolando bene i vasi ed eliminando i sottovasi. Per proteggerle da muffe o marciumi che prolificano in presenza di umidità, è opportuno spruzzare fusti e vasi con una miscela di estratto di propoli e semi di pompelmo in acqua distillata, e pulire anche la serra con alcool, lasciando asciugare prima di chiuderla e provvedendo ad arieggiarla nelle mattine di sole. Per tenere lontane lumache o bruchi, sbriciolare fondi di caffé intorno ai vasi o spruzzarli di estratto di felce maschio.
2. Quelle più grandi o delicate possono essere tenute in una veranda, su un pianerottolo illuminato, oppure in casa (purché rigorosamente lontane dai radiatori), annaffiando poco. Se l’ambiente è molto secco, umidificarlo con bacinelle sopra i radiatori e tenere nei sottovasi uno strato di argilla espansa con un po’ d’acqua ma evitare le nebulizzazioni perché raccolgono la polvere e possono creare muffe; pulire invece spesso le foglie con un batuffolo di acqua distillata tiepida. Gli spifferi sono i nemici più subdoli, per questo è preferibile sistemare le piante presso le finestre a sud, che offrono anche più luce, e aprirle comunque sempre gradualmente per evitare choc termici. Non è invece opportuno tenerle in camera da letto, per l’emissione di anidride carbonica durante la notte.
Per finire, così come noi non dobbiamo dimenticare le nostre piante in inverno, nemmeno loro dovrebbero dimenticarsi di noi, perché le piante, come gli animali, instaurano un rapporto di amicizia con chi le accudisce e soffrono se abbandonate o trascurate. Quindi ricordiamoci di osservarle ogni giorno – bastano pochi minuti – di controllare come stanno, di toccarle, magari rivolgendogli qualche parola mentre lo facciamo. Proprio come faremmo con un bimbo che dorme, consapevoli che il suo benessere dipende dalle nostre attenzioni e dal nostro amore.
EVENTUALI BOX O DIDASCALIE:
Se associassimo un generico segno zodiacale alle piante, sarebbe senz’altro un segno di Terra: Toro per le piante da fiore, più rigogliose e profumate; Vergine per le piante verdi, le erbe spontanee e le aromatiche in particolare; Capricorno per le rampicanti, le cactacee o le tappezzanti che vivono sui terreni aridi e scoscesi. Può sembrare un gioco, ma riflettendo su questo Elemento possiamo commettere meno errori con le nostre piante: ad esempio ricordandoci che in natura quelle “d’appartamento” non esistono, che le radici non sono fatte per gli spostamenti, e soprattutto che per le loro necessità non ricorrono a laboratori…
A volte uno spostamento inopportuno, un rinvaso a terriccio umido o una ventata fredda nel periodo di riposo può causare alle piante uno choc da cui si riprendono solo con il tempo; ma in quel tempo noi non capiamo perché le foglie ingialliscano o i boccioli cadano, e ci precipitiamo ad intervenire in mille modi peggiorando la situazione. Meglio provare con i Fiori di Bach: alcune gocce di Rescue Remedy per le piante… e di Impatiens per noi!
I GIORNI PIU’ ADATTI PER…
I nostri nonni contadini seguivano scrupolosamente i cicli lunari anche senza sapere perchè, ed oggigiorno l’agricoltura biodinamica ripropone in veste più approfondita e raffinata queste antiche tradizioni. Anche noi possiamo favorire il benessere delle nostre piante con pochi accorgimenti di naturale accordo tra cielo e terra. Ad esempio ricordando che la Luna Nuova è come una gestazione, e quindi favorisce le semine, mentre la Luna Piena è un compimento, una maturazione, e quindi favorisce i raccolti: da questo punto di vista, nelle fasi intermedie di Luna crescente la terra accumula energia, raduna le forze, aumenta la propria fecondità, mentre in quelle di Luna calante si depura, si asciuga, porta a termine i cicli, guarisce e si rinnova…
Più in dettaglio, vediamo quali sono i momenti migliori per la riuscita delle nostre attività “verdi”:
LUNA CRESCENTE: Seminare piante verdi o da fiore, concimare, riprodurre le piante per talea, raccogliere piante da essiccare o frutti (subito prima del plenilunio sono al massimo della maturazione).
LUNA CALANTE: Seminare o interrare tuberi o bulbi, trapiantare o rinvasare, potare o fare innesti, raccogliere fiori (subito dopo il plenilunio sono più profumati).
LUNA IN SEGNI DI FUOCO: Accudire le piante da seme e da frutto; fare potature fortificanti; intervenire su ferite, muffe o marciumi con maggiore efficacia; anche le cure antiparassitarie e rinforzanti necessitano di dosi inferiori.
LUNA IN SEGNI DI TERRA: Accudire le piante da radice o i bulbi; seminare o piantare talee; rinvasare le piante da appartamento in nuovo terriccio o arricchire quello vecchio con concimazioni umifere; annaffiare il prato o le piante di giardino.
LUNA IN SEGNI DI ARIA: Accudire le piante da fiore; cimare o fare potature di contenimento; acquistare piante nuove; raccogliere semi, fiori o procedere all’impollinazione manuale.
LUNA IN SEGNI DI ACQUA: Accudire tutte le piante verdi o gli ortaggi da foglia; intervenire su attacchi di acari con semplici nebulizzazioni; annaffiare le piante d’appartamento e raccogliere le erbe aromatiche da usare fresche.
E in particolare nel prossimo periodo possiamo approfittare dei giorni intorno al novilunio per alcuni interventi:
LUNA NUOVA IN VERGINE: riparare le piante tropicali (Ficus, Kentia, filodendri e tronchetti), interrare i bulbi (tulipani, giacinti, narcisi) e rinvasare i tuberi di ciclamino.
LUNA NUOVA IN BILANCIA: riparare palme ed ulivi, potare siepi e rose, sfrondare le piante d’appartamento dai rami storti, secchi o fuori chioma.
LUNA NUOVA IN SCORPIONE: riparare gerani, agrumi e mimose in luogo protetto ma fresco, rinvasare le acidofile (azalee, rododendri, camelie, ortensie, eriche).
LUNA NUOVA IN SAGITTARIO: concimare le specie a fioritura invernale (ciclamini, stelle di natale, Epiphyllum), rinvasare le piante a fioritura primaverile.
Per saperne di più:
Antiparassitari naturali, Adriano del Fabro, Ed. Demetra
Antibiotici naturali, Petra Neumayer, Ed. Red
Il Bio balcone, Mimmo Tringale, Ed. Red
La difesa della pianta, Ingrid Gabriel, Ed. Giunti
http://web.tiscali.it/ecoweb/
http://www.vivaioclorofilla.it/
http://www.zr-giardinaggio.it/