L’asse dei segni fissi: Toro, Leone, Scorpione, Acquario

L’asse dei segni fissi: Toro, Leone, Scorpione, Acquario

di Lidia Fassio

L’Acquario, come ultimo segno dell’asse dei “fissi”, può raggiungersi e svilupparsi solo se gli altri tre segni della croce sono stati in qualche modo affrontati e risolti.
L’asse dei segni fissi ha a che fare con quelle dinamiche che io chiamo delle  3 “P”, ovvero possesso, paranoia egopatica e potere; senza il superamento o meglio il padroneggiamento in senso corretto di ciò che questi tre segni richiedono come cammino personale, non sarà possibile giungere ad un vero e reale “senso comune” in cui si sia pronti a condividere e scambiare progetti, idee e soprattutto solidarietà nonche’  a tollerare (nel senso più nobile del termine) le diversità e a vivere come il reale patrimonio che l’universo ci ha messo a disposizione.
Purtroppo pero’, le problematiche di insicurezza del Toro inducono a prendere troppo, a trattenere e a mettere recinti su tutto ciò che si possiede;  in questo senso, i “beni personali” non sono le risorse personali
che ognuno ha, ma diventano veri e propri possedimenti da difendere con le unghie e con i denti e questa mentalità di scontra terribilmente contro quella del “senso o dei beni comuni” che dovrà essere quella dell’Acquario.
Allo stesso modo, il bisogno di unicità e di esclusività del Leone, se non diventa un valore interno personale in grado di rassicurare l’Io, questo avrà sempre bisogno di dominare o di gestire, o di trovare ancora identità e riconoscimento in una segno che deve avere un’identità profonda che non possa sentirsi intaccata dalla partecipazione e dalla condivisione.
Non si può più “brillare” in senso leonino in Acquario perchè li’ devo essere in grado di lavorare per un benessere molto più allargato e quindi, il mio IO non può sentirci menomato se qualcun altro è migliore di me o ha fatto più di me.
Per quanto riguarda l’ultima delle “P” è quella del potere dello Scorpione che non riguarda il manipolare, l’abusare o il cercare di dominare sugli altri. Infatti, in questo segno l’unico potere che ci è riconosciuto è quello di conoscerci, di saper padroneggiare le nostre dinamiche interne, di riuscire a tollerare la frustrazione della precarietà e dell’impermanenza, nonche’ dell’ineluttabile trasformazione di tutte le cose. E’ la capacità di accettare la perdita per un senso di ricchezza interno, personale.
Una volta acquisiti e introiettati in senso vero e corretto, ecco che potremo anche pensare di raggiungere quel senso di libertà e di autenticità vera che l’Acquario richiede, nonche’ quella partecipazione che questo
segno richiede in quanto “segno di Aria” e come tale legato alla condivisione,
scambio, grande relazione, grande connessione.

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