– Il cielo di tutti –
I dodici segni
di Nereo Villa
http://digilander.libero.it/afimo/
ARIETE
1. La festa di Pasqua – cioè del “passaggio” – corrisponde al segno dell’Ariete. Collocando questa festa nel primo dei 12 settori (o case) della domificazione astrologica possono essere accostate le reali caratteristiche di fattispecie celeste a tale festa. La prima casa rappresenta infatti la natura dell’Io, che “passa” al nuovo da vite terrene precedenti. Se poi si associa al segno dell’Ariete anche la lettera ebraica HE, zodiacale dell’Ariete(1), si incontrano di nuovo correlazioni molto significative. La lettera HE è la finestra aperta sull’altro mondo. HE è l’Ariete e l’agnello pasquale, il primo segno, il segno dell’Uno. La lettera ebraica numero 1 è ALEF e significa testa taurina, capo, nonché principe e principio.
ALEF è come il respiro. E’ il principio di tutte le lettere e del nominare le cose tramite logos che è il “collante” dell’Io.
La festa dell’Annunciazione (dell’angelo Gabriele a Maria) è infatti relativa alla venuta del Logos solare nell’uomo, compimento della promessa fatta da Dio a Davide, secondo la profezia di Isaia(2).
L’importanza della lettera ALEF è talmente grande che occorrerebbe dedicare molto più spazio alla sua analisi. Per non affrontare troppi argomenti tutti insieme, rischiando così di far confusione rispetto all’obiettivo proposto di mettere a fuoco solo l’argomento delle feste liturgiche, tralascio lo studio numerologico particolareggiato della lettera, che il lettore può comunque trovare nei miei due libri “Numerologia biblica” e “Il sacro simbolo dell’arcobaleno”, Ed. SeaR.
TORO
2. L’Ascensione e la Pentecoste trovano nel secondo settore astrologico, vale a dire in quello che dall’Ascendente “sale” verso il livello successivo, un riferimento taurino al linguaggio dello spirito pentecostale reso possibile dalla passività taurina e dalla laringe: il segno del Toro è, nell’astrologia medica, il segno della laringe, del linguaggio e del canto, elementi che collegano fra loro gli esseri umani nel mistero della voce umana, del bello e del buono (la Creazione, la creatività) e di quanto unisce riappacificando in sé ogni movimento dell’Universo.
Nel giorno di Pentecoste infatti l’essere del principio uno, si fa possedimento trinitario in ogni testa umana su cui viene a posarsi con voce tonante: “venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi”(3). In questa immagine trinitaria del rombo (Padre) e delle ligue di fuoco (Spirito) su ogni discepolo (Figlio) sembra ripetersi per l’inserimento dell’Io nel mondo, improntandolo alla comunione d’azione con altri uomini, il massimo possesso che l’uomo puo’ portare con sé, cioè la forma ignea del battesimo acqueo giovanneo.
La lettera zodiacale del Toro è la VAV, che significa “uncino”, gancio che collega.
La lettera ebraica per il numero 2 è BET, che significa “dimora, casa, abitazione”. E’ la casa come possedimento materiale ma anche, in senso spirituale, come scienza, sapienza, Maria Madre (l’antico nome di Maria era Sophia, che significa “sapienza”) e come matrice, placenta, prima “casa” dell’uomo. Facendo abitare in sé l’1+1, il 2 possiede già in sé anche il principio del 3, suo valore segreto: 1 + 2 = 3. Nel procedere della sacralità temporale vi è infatti sempre un’armonia fra quanto precede e quanto segue.
GEMELLI
3. La festa della Trinità è collocata nel matematismo dei Gemelli e del terzo settore, relativo ai “parenti” (Padre, Figlio e Spirito Santo) dell’Io. La lettera dei Gemelli è ZAIN e significa “arma”. Qui, in questa festa, si puo’ dire che vi è l’arma, la spada e il “carro armato” di una realtà che si puo’ difendere da sola, e ciò nella misura in cui vi siano (soprattutto anche nel campo degli scritti e della letteratura, relativo al terzo settore astrologico): 1) un soggetto, 2) un oggetto e 3) un rapporto fra loro. “Non son venuto a portare la pace … ma la spada” – dice Gesù. Cambiare strada è l’arma. La vittoria davanti al mondo “che cerca di ucciderci” è prima di tutto il superamento delle nostre interne avversioni. Essa è fatta di un “viaggio occulto” nella coscienza del proprio Io, di capacità di agire con successo nella misura in cui si sappiano controllare i propri poteri fisici e mentali: è il successo dell’autocoscienza, il progresso evolutivo della dialettica dell’Io, che non è nostro bensì dei suoi trinitari “parenti” perché loro glielo inviano, invitati a essere. Essere le nostre parole è vittoria trinitaria, successo non superficiale o di fortuna, bensì di lavoro interiore, autocontrollo, autofiducia, e di vera capacità di azione più che del saperci fare. Il numero 3 ebraico è la lettera GHIMEL che significa “cammello” e che in arabo si dice “dgiamal”, termine il cui suono ricorda la parola “gemelli”.
CANCRO
4. Il Corpus Domini e la festa di S. Giovanni d’Estate caratterizzano invece rispettivamente la terra e le sue acque come “focolare domestico” dell’Io. Il quarto settore astrologico è il settore dell’ambito su cui poggiano i piedi, astronomicamente detto Nadir. Si tratta infatti della Terra come corpo di Cristo, sul quale ogni calcagno si alza, rendendo verificabili le parole di Giovanni 13, 18 e del Salmo 40, 10: “Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno”.
Il numero 4 in ebraico si scrive con la lettera DALET. Questa lettera significa “porta”, e simboleggia le due porte del ciclo annuale, vale a dire le “januae” dei due solstizi, che sono aperte da Giano. Giano è sostanzialmente un diminutivo di Giovanni che ci rimanda anche ad Oannes di cui narra Berosso, sacerdote di Bel nelle sue Storie babilonesi, il quale non è altro che Ea, Saturno, pianeta del Cancro ed espressione dell'”io superiore”. Da questo punto di vista, l’attesissimo ‘Redentore’ può essere identificato con Saturno, pianeta della conoscenza e del massimo raggiungimento possibile del conoscere umano: il Sé spirituale(4).
All’inizio della nostra era si riteneva che la venuta del Messia dovesse essere preceduta dal ritorno del profeta Elia e che Giovanni il Battista fosse la reincarnazione di Elia. La cosa era accettata persino da tutto il popolo, che la considerava un evento miracoloso mentre il sapiente la riteneva uno fra i tanti esempi di reincarnazione, secondo la legge. Se volete accettarlo – diceva infatti Gesù di Nazaret riferendosi a Giovanni Battista – è lui quell’Elia che deve venire. Proprio sotto il segno del Cancro cade la festa di San Giovanni Battista e del Corpus Domini. La lettera relativa a questo segno zodiacale è la CHET, che ha valore numerico 8. L’otto è il numero dell’infinito e del movimento infinito che ci fa attivi nella visuale del nuovo giorno, quello del Fratello Risorto: l’ottavo giorno, la domenica, giorno del Signore (Domini).
LEONE
5. Con il Leone e con la festa della Visitazione si entra direttamente nell’entusiasmo, caratteristica leonina, e nel quinto settore astrologico che è quello della figliazione. I versetti del vangelo che descrivono la Visita di Maria ad Elisabetta lo confermano pienamente:
“In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: ‘Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”(5).
La lettera ebraica corrispondente al numero 5 è la lettera HE, che ci conferma la relazione della festa della Visitazione con l’idea del “figlio”: per l’uomo antico, ancora capace di pensiero intuitivo, il 5, espressione pitagorica del concetto “figlio”, era quanto proveniva dalla massima elevazione amorevole del principio pitagorico maschile 3 (vale a dire dal 3 x 3 = 9) e dalla massima capacità del principio pitagorico femminile 4, porta aperta dalla chiave di Janitor, basata sul conto del tempo (la massima possibilità del quattro sta nel 4 x 4 = 16, che aggiunto al 9, massima possibilità del 3 da’ il 25, esprimente la massima possibilità del 5 nel 5 x 5: il 5, vicino al 3 e al 4, cioè con il 7, mostra il 12 apostolico, annuale, zodiacale e musicale (12 sono i semitoni della scala musicale). Il 5 è fra i numeri quello più caro a Krishna, dio indiano della felicità essenziale. Ciò è storia e tradizione cosmica. Chi cerca la mitezza, l’umiltà, la bontà, la riservatezza si ritrova nella felicità, nella festosità, nella gioia. Diviene così una persona a cui si ricorre perché depositaria di fiducia e a cui ci si rivolge ricercando l'”ortodossia sabbatica” perché il nostro bisogno di conformismo – per essere socialmente accettabile – trova in quell’essere, mite come un agnello, una risposta ogni volta capace di “alzare” il morale e di metterci in condizioni di operare nel bene secondo vita di rappresentazione anziché secondo rappresentazioni. In tal modo nell’Io (Figlio dell’uomo) il profondo senso della storicità e il culto delle tradizioni trovano buona guida e consiglio.
La zodiacale del Leone, 5° segno, è la lettera TET, che significa “utero”, il luogo in cui si sviluppa l’embrione del nuovo essere umano.
VERGINE
6. L’Assunzione è la festa della Vergine. Il segno zodiacale della Vergine è relativo al sesto settore astrologico, settore del lavoro e della salute.
Il termine “assunzione” comporta il concetto di “elezione”, per es. al trono, al pontificato, ecc.. La festa dell’Assunzione celebra la chiamata al cielo, ossia l’elezione e l’esaltazione della Vergine a Regina dell’Olimpo cristiano.
“Assumere” significa prendere su di sé. Ciò che uno prende su di sé è il karma di un altro essere umano, e questo “lavoro”, connesso al carico di fare, provare, sperimentare la migliore situazione per gli esseri umani, dovrebbe essere proprio alla Chiesa del futuro. Da questo punto di vista si può parlare di “assunzione” anche se in tono minore per quanto riguarda il lavoro quotidiano dell’uomo, attraverso il quale egli si procura il pane. Non a caso la costellazione della Vergine è chiamata anche “Spica” ed è raffigurata appunto con una spiga in mano.
Il 6 è il numero per eccellenza del lavoro, anche perché 6 è l’estensione temporale dei giorni “lavorativi” di Dio per la creazione del mondo. Il numero ebraico 6 è la lettera VAV, il cui significato è “uncino”. VAV è il “gancio che collega”. Dove noi diciamo la “e” come congiunzione, in ebraico vi è VAV col suo “lavoro” di collegamento. Il segno della Vergine ha come lettera zodiacale la IOD, che come parola significa “mano”, vale a dire ciò che si attiva nel lavoro.
La IOD è il progresso, l’evoluzione, le maturazioni, i frutti, i guadagni.
Per contro, la capacità lavorativa dell’uomo è connessa intimamente con la sua salute, che gli permette di essere massimamente creativo e produttivo. Le parole ebraiche “beria” e “beriut” significano rispettivamente “creazione” e “salute”, ed hanno infatti la medesima radice.
Esattamente nel capitolo 6 di Giovanni la “produzione” di Gesù consiste nella “moltiplicazione dei pani” e la salute nell’assunzione di quel cibo come pane di vita eterna. Forse non è un caso che il vangelo di Giovanni abbia due conclusioni. Si tratta infatti di 21 capitoli, con una doppia conclusione, quasi per indicare che il 22° capitolo – e 22 è il numero della totalità delle lettere di tutti gli alfabeti solari – è… ogni suo lettore, in quanto “vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”(6) e in quanto ogni essere umano è “cosa” di Dio.
BILANCIA
7. Il segno della Bilancia, settimo dello zodiaco è relativo alla festa della natività della Vergine e a quella degli angeli. Anche qui si palesa la coerenza tra feste religiose e loro significato cosmico. Maria nasce infatti dal matrimonio fra Gioacchino ed Anna, ed originariamente la festa della natività era proprio la festa di quest’unione, motivo della dedicazione della basilica di sant’Anna in Gerusalemme, sede dell’umile dimora di Gioacchino ed Anna, discendenti di Davide, e genitori di Maria. Infatti il settimo settore astrologico è quello corrispondente al matrimonio, alla dualità, al maschile e femminile, ed all’esperienza della comunità di destino.
Occorre cercare in questo culto della natività di Maria una profonda verità: la venuta dell’uomo-Dio sulla terra è lungamente preparata dall’evoluzione umana nel corso dei secoli, il cui “prodotto”, l'”Io sono”, supera ciò che l’umanità può generare attraverso la carne ed il sangue. La storia dell’umanità è però come un lento e progressivo matrimonio generatore delle condizioni necessarie (la Vergine) all’incarnazione del “figlio dell’uomo” (antico termine tecnico per indicare l'”Io”, cioè il figlio di Dio). La devozione cristiana venera perciò le persone e gli avvenimenti che hanno preparato la nascita di Cristo sul piano umano e sul piano della grazia: sua Madre, la nascita di lei, la sua concezione, i suoi genitori e i suoi antenati(7), senza però la consapevolezza del loro matrimonio celeste nel settimo settore del cosmo. Credere nei preparativi dell’incarnazione senza tale consapevolezza significa credere nell’irrealtà dell’incarnazione e del riconoscere la necessità della collaborazione umana all’attuazione della salvezza del mondo.
La settima lettera, ZAIN, valore numerico 7, è la zodiacale dei Gemelli. Le sette note musicali, i sette pianeti principali, i sette colori dell’arcobaleno, i sette giorni della settimana, i sette sacramenti, ecc… tutto esprime una finalità di armonia nello spazio e nel tempo, che abbisogna di contrasti per realizzarsi, di ombre e di luci, di silenzi e di suoni, di sconfitte e di vittorie, che sono appunto la lotta delle sette gerarchie angeliche espresse nelle orbite planetarie e che la Bibbia chiama “schiere”(8). Ecco dunque anche il senso, ritrovato, del festeggiare in questo periodo anche gli angeli.
Sul significato cosmico di queste considerazioni, vale la pena di osservare anche quanto segue. Sul Golgota vi sono tre croci. Ogni croce ha quattro bracci e, come somma, il tre e il quattro danno il sette. Come prodotto, danno il dodici. I segni aritmetici della somma e della moltiplicazione sono – ed anche questo, di solito, passa inosservato – una croce, dritta per l’addizione, inclinata per la moltiplicazione. Non a caso dunque la dodicesima lettera LAMED è zodiacale della Bilancia… Il 12 e il 7 sono allora numeri di una realtà presente nello spazio e nel tempo.
SCORPIONE
8. Lo Scorpione, ottavo segno zodiacale, riguarda le feste di Ognissanti e del Giorno dei Morti. L’ottavo settore astrologico è infatti quello che interessa principalmente il rapporto con la morte, le grandi prove esistenziali, l’al di la’, l’escatologia, la salute, la malattia, il post mortem, ecc.
La chiesa stessa era chiamata “comunione dei santi”. Questa espressione, presente nel Credo, trae la sua origine dall’assemblea eucaristica, durante la quale “i santi” partecipavano alle “cose sante”. Fra le cose sante accudite in questo contesto del mese di novembre vi è la tomba dei defunti.
Il termine ebraico “sheol”, che significa “tomba”, la cui controparte è nella mitologia greca l’antica dinamica dell'”Ade” con la barca di Caronte, compare nella Bibbia, precisamente 66 volte, nell’ordine seguente: 1° Genesi 37,35; 2° Genesi 42,38; 3° Genesi 44,29; 4° Genesi 44,31; 5° Numeri 16,30; 6° Numeri 16,33; 7° Deuteronomio 32,22; 8° I Samuele 2,6; 9° II Samuele 22,6; 10° I Re 2,6; 11° I Re 2,9; 12° Giobbe 7,9; 13° Giobbe 11,8; 14° Giobbe 14,13; 15° Giobbe 17,13; 16° Giobbe 17,16; 17° Giobbe 21,13; 18° Giobbe 24,19; 19° Giobbe 26,6; 20° Salmo 6,5; 21° Salmo 9,17; 22° Salmo 16,10; 23° Salmo 18,6; 24° Salmo 30,4; 25° Salmo 31,18; 26° Salmo 49,15; 27° Salmo 49,15 (ripetuto); 28° Salmo 49,16; 29° Salmo 55,16; 30° Salmo 86,13; 31° Salmo 88,4; 32° Salmo 89,49; 33° Salmo 116,3; 34° Salmo 139,8; 35° Salmo 141,7; 36° Proverbi 1,12; 37° Proverbi 5,5; 38° Proverbi 7,27; 39° Proverbi 9,18; 40° Proverbi 5,11; 41° Proverbi 15,24; 42° Proverbi 23,14; 43° Proverbi 27,20; 44° Proverbi 30,16; 45° Ecclesiaste 9,10; 46° Cantico dei Cantici 8,6; 47° Isaia 5,14; 48° Isaia 7,11; 49° Isaia 14,9; 50° Isaia 14,11; 51° Isaia 14,15; 52° Isaia 28,15; 53° Isaia 28,18; 54° Isaia 38,10; 55° Isaia 38,18; 56° Isaia 57,9; 57° Ezechiele 31,15; 58° Ezechiele 31,16; 59° Ezechiele 31,17; 60° Ezechiele 32, 21; 61° Ezechiele 32,27; 62° Osea 13,14; 63° Osea 13,14 (ripetuto); 64° Amos 9, 2; 65° Giona 2, 3; 66° Abacuc 2, 5.
L’ottava lettera è la CHET, zodiacale del Cancro, segno del Cancro ha come simbolismo grafico la doppia spirale formata dal 66 orizzontale, le cui cifre inversamentre speculari mostrano il procedere evolutivo, in cui la fine di un’incarnazione sperimenta il “trapasso” nella nuova attraverso un piccolo distacco, un salto, dopo il quale il ciclo vitale continua.
Questo segno, simbolo fondamentale del ciclo di vita germinativa, nonché della fecondità del granchio e del gambero (i crostacei sono molto prolifici) è composto da due elementi-germi di polarità opposta, che girano l’uno attorno all’altro, che si attirano e finiscono per assorbirsi generando gli organi via via più differenziati degli esseri. Simile al simbolo yin-yang, ci rimanda dunque al numero di volte in cui compare “sheol”, tomba, nella Bibbia. Il termine tecnico “ghilgal”, che indicava attraverso il suo significato di “ruota” o “cerchio di 12 pietre”, il ciclo delle ripetute vite terrene, nonché la cosiddetta carta del cielo zodiacale con i suoi 12 segni,
6 + 6 = 12
si scrive con le quattro lettere
“ghimel”-“lamed”-“ghimel”-“lamed”,
valori numerici 3-30-3-30,
somma totale 66.
Zodiacale dello Scorpione è invece la lettera MEM. “M” è l'”em” dei Latini, “my” dei Greci, “mim” o “mem” dei Fenici, che vale per “acqua”, “onde”, ed è così detta per la sua figura primitiva, che ha l’aspetto delle onde agitate. La facilità della sua articolazione rende questa lettera una di quelle che più agevolmente i bambini riescono a pronunciare: quindi nella maggior parte delle lingue essa entra in modo principale nel limitato vocabolario infantile, per es., nella voce “mamma”, usata anche dai Latini e dai Greci. Una seconda ragione della “m” come “madre” viene dalle tradizioni orfica e pitagorica. Esse indicano che fra una reincarnazione e l’altra le anime degli uomini dimorano nella Via Lattea(9). Essa è chiamata così per la madre scorpione che prepara con il suo nutrimento latteo le future incarnazioni. Di ciò esistono ancora testimonianze artistiche (cfr. per esempio nella parte terza “nascita della Via Lattea” del Tintoretto), e diversi popoli, come ad esempio gli indios sumo dell’Honduras e del Nicaragua identificano la Madre Scorpione con la Via Lattea, che riceve le anime dei morti: “essa è raffigurata come una madre con molte mammelle da cui poppano i bambini, e da lei provengono le anime dei neonati. Dal canto loro, i pawnee e i cherokee, dicono: “le anime dei morti sono accolte da una stella all’estremità settentrionale della Via Lattea”(10). Tale stella, detta “Stella degli Spiriti”, è individuata in Antares, la Stella dello Scorpione(11).
Che la nostra tradizione indichi il giorno dei morti, proprio nel periodo dello Scorpione trova così giustificazione. La lettera “MEM” si rapporta non solo come suono ma anche col suo valore numerico, 40, all’acqua. Acqua si dice in ebraico “maim”. Il concetto “quaranta”, indica lo scorrere dell’acqua e del tempo ed è per questo motivo la misurazione biblica del tempo con il numero 40: i 40 giorni di peregrinazione di Elia sull’Horeb, i 40 anni di Mosè nel deserto, i 40 giorni di digiuno, ecc… L’attraversamento delle acque riguarda sia il trapasso che il vedere la luce. Nel trapasso si attraversa, nelle immagini mitiche, un fiume, il Lete, lo Stige, la palude, ecc.. Nel vedere la luce, il neonato sperimenta la “rottura delle acque”. L’attraversamento del Mar Rosso in direzione della Terra Promessa ne è simbolo e lo stesso vale per l’aprirsi delle acque del Giordano, fiume dell’esperienza battesimale.
Fin dall’età sumerica e da quella assiro-babilonese il concetto “quaranta” si trova collegato con le imprese dell’eroe Gilgamesh. “Le circostanze della sua nascita favolosa lo fanno per due terzi dio e per un terzo uomo, cosicché per il sistema sessagesimale mesopotamico egli è due terzi di sessanta, cioè quaranta”(12). L’itinerario di Gilgamesh è da ricercarsi in un paesaggio celeste e fra gli uomini-scorpione, “nei dintorni dello Scorpione”(13) dove abita Madre Scorpione, “in fondo alla Via Lattea”(14). Nei nomi di alcune costellazioni poste fra lo Scorpione e il Sagittario si esprimono ancora le caratteristiche di quel paesaggio. Esse si chiamano “Palude Acherusia”, “Traghettatore” e “Ade”.
Questi luoghi del cosmo “si trovano riuniti nei pressi dell’incrocio australe della Galassia con l’eclittica, tra lo Scorpione e il Sagittario”(15).
SAGITTARIO
9. Il Sagittario è relativo alla festa dell’Immacolata Concezione.
E’ il 9° segno e il nono settore astrologico è relativo alla concezione spirituale, cioè il pensiero e ai viaggi sia geografici che mentali.
La lettera corrispondente è la TET, già citata a proposito del 5° settore astrologico col suo significato di “utero” è il luogo dove si sviluppa, cresce ed infine si fa innanzi il “nuovo”. Il numero “nove” come avverbio latino significa infatti “nuovamente”. Non si tratta dunque solo di un utero umano, ma anche di ogni ambito in cui il nuovo si prepara per venire alla luce. Come il seme posto nella terra buia in cui il nuovo con entusiasmo si prepara germinando, crescendo e spingendosi alla luce, così il 9 è il celato ri-inizio dopo il tramonto, dopo la nona piaga: la tenebra. L’uomo nasce cieco e poi vede perché la luce gli apre gli occhi. Forse non è un caso che proprio il capitolo 9 di Giovanni sia quello dell’apertura degli occhi tramite Cristo-Luce: per prepararsi a vedere, l’occhio deve imparare a “digerire” il reale tramite la “pepsina” della “saliva”(16) dell'”Io sono”.
Questi elementi di luce si connettono alla lettera HAIN, zodiacale del Sagittario. Hain significa “occhio”. E significa anche “fontana”, sorgente di “acqua viva”… La capacità dunque di veggenza e di pensiero vivente sono le caratteristiche della Umanità che nella sua realtà non nasce da carne e sangue ma in modo verginale dallo spirito.
La festa dell’Immacolata Concezione rappresenta dunque sia la nascita immacolata di Maria intesa come sapienza (Vergine Sophia), sia l’Umanità intera, “vaso mariano” in cui tale sapienza dimora.
CAPRICORNO
10. Il Capricorno con le feste di Natale e di San Giovanni d’inverno, inserite nel decimo segno e decimo settore astrologico, riguarda i concetti di “missione” e di “vocazione”, le attitudini animico-spirituali, la disposizione all’adempimento del destino e l’adattamento dell’Io alla totalità. La festa di San Giovanni d’inverno è quella dell’apostolo Giovanni, discepolo di Giovanni Battista. A questo evangelista dobbiamo il Gesù più intimo, quello che più profondamente si manifesta come figlio di Dio fatto uomo, e come “Io sono”.
Diventato discepolo di Gesù, Giovanni fu presto uno dei membri più attivi del gruppo e uno di quelli ai quali Gesù affidò il maggior numero di incarichi, confidandogli i segreti più intimi anche mediante una molteplice manifestazione concreta. A questa manifestazione Giovanni da’ il nome di “missione”, che è “testimonianza”, consistente essenzialmente in una serie di “segni” della “gloria” di Dio. Questi segni si perpetuano attraverso tutte le feste della chiesa ma soprattutto in quelle che formano la croce universale, formata dai due assi cosmici Capricorno-Cancro e Ariete-Bilancia, rispettivamente dalla linea verticale del Natale (zenit) e del Corpus Domini (nadir), e da quella orizzontale della Pasqua (astrologicamente detta ascendente) e della Natività della Vergine accanto alla festa degli angeli (astrologicamente detta discendente).
Il numero dieci è in ebraico la lettera IOD, che come abbiamo visto significa “mano”. IOD ha valore numerico 10. La grafia del numero 10 è molto simile a quella della parola “IO”. 10 e 1 sono infatti la medesima realtà posta su due diversi piani, quello delle decine e quello delle unità. Forse non è un caso che proprio al cap. 10 di Giovanni sta scritto: “Io e il Padre (cioè l’Unico, l’1) siamo una cosa sola.
Zodiacale del Capricorno è la lettera PHE che significa “bocca”. Gesù che nasce è la parola di Dio che si fa carne: noi, esseri umani, siamo portati forse a soffermarci di più sul bambino, tenero e fragile, che non sul suo aspetto di Verbo Incarnato.
Innovazioni e buoni auspici, prospettive brillanti, ottimismo, ampliamento di orizzonti mentali e fisici. Tutto ciò proviene dal cielo e da ciò che è “celato” nell’elemente “celeste” della parola. La Parola per eccellenza nasce quando i re magi vedono la stella cometa. Essa e il Capricorno indicano a Natale la parola superiore.
ACQUARIO
11. L’Acquario, 11° segno, è quello della realizzazione(17) e dell’11° settore, che interessa le amicizie, la fratellanza, le relazioni ed i riconoscimenti sociali. Collegato alle feste dell’Epifania e del Battesimo di Gesù, ha a che fare con l’11ª lettera dell’alfabeto ebraico, la KAF, che significa “palmo della mano”, “cucchiaio” e tutto ciò che ha in sé la capacità di porgere.
I Re Magi nel giorno dell’Epifania offrono al Cristo i doni portandoli sul palmo della mano.
Allo stesso modo l’acqua battesimale viene versata dal palmo della mano.
Dal punto di vista della logica dei numeri e da quello delle feste sacre, vi è qui un’importante parallelismo fra il numero 11 ed il numero 2: come il numero 2 corrisponde al secondo segno, cioè alla ricettività taurina dello spirito (connessa al periodo pentecostale) mentre il numero che lo precede, al massimo potere dell’Alef, cioè dell'”Unico”, creatore e ri-creatore dei mondi (connesso al periodo pasquale), il numero 11, relativo all’undicesimo segno, che è quello del riconoscimento di Gesù da parte di Dio e dei Re astrologi, è preceduto da quello della natività stessa dell’Unico (connessa al periodo natalizio) espressa dal numero 10. Il dieci infatti non è altro che il livello superiore dell’1 (numerologicamente, dopo i primi nove numeri tutto è già stato detto, e tutto si ripete ad un nuovo livello, il “nove” essendo l'”utero” del dieci).
Pertanto se è vero che 1 + 2 fa 3, e che il 3 già allude alla festa della Trinità, dovrebbe essere anche vero che quest’ultima si palesa – coerentemente, ed a un superiore livello – anche nel 10 + 11 = 21.
Ciò trova effettivamente conferma nella modalità stessa in cui il battesimo di Gesù si realizza come massima manifestazione trinitaria, secondo le parole del vangelo: “… e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo (si tratta ovviamente della voce del Padre): “Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto”(18). Il battesimo di Gesù è dunque anch’esso espressione di una tri-unità manifestantesi come triade acquariana formata dalla voce del compiacimento paterno, dalla colomba e dal Figlio.
La lettera zodiacale dell’Acquario è la QOF, che significa “cruna” (dell’ago). La cruna rappresenta quel passaggio piccolissimo per il Regno dei Cieli consistente nella principale caratteristica acquariana di equilibrio(19) fra pensare, sentire e volere, altra triade acquariana rispettivamente evocante l’oro, l’incenso e la mirra, doni dei Re astrologi.
PESCI
12. Il segno dei Pesci, riguardante le feste della Purificazione e delle Ceneri, è il luogo dell’ultimo settore astrologico, il 12°, in cui l’Io può osservare retrospettivamente tutto il ciclo di quelli precedenti, ricollegandosi alla parte più alta di sé (ascendente o primo settore) attraverso la “ruota” – ghilgal – dello zodiaco, detta anche “cerchio delle 12 pietre”, costituendo così la più alta meditazione astrologica, e rappresentando uno stadio di autosviluppo, di evoluzione e di crescita, in cui si affrontano i risultati finali di un intero ciclo di vita.
LAMED, dodicesima lettera dell’alfabeto sacro, significa “pungolo”, “via”, “apprendimento”. Attraverso questi concetti il mondo incomincia a muoversi e, ammaestrato dalla “verità”, a camminare verso i valori della “vita”. Il condottiero dei tempi nuovi è l'”Io sono”, che presentando se stesso come via, verità e vita, procede nell’operazione di “risveglio” dei dodici apostoli verso il “risveglio” della nuova umanità.
Nelle usanze popolari, febbraio, mese dei Pesci, prepara al grande risveglio della primavera, per avere nuove energie, nuova voglia di vivere e rinnovata vitalità. E’ il tempo in cui ci si scrolla di dosso il torpore invernale per rinascere, assieme alla natura, nell’imminente sbocciare di energia, di colori e di vita. Perfino nella parola “febbraio” si nasconde la purificazione del segno dei Pesci. “Febbraio” proviene infatti dal latino “februum”, che significa “mezzo di purificazione”.
Per questo motivo il segno dei Pesci simboleggia un processo di purificazione come preparazione a sviluppi ulteriori, tant’è vero che in questo periodo, febbraio, si ha a che fare con la tradizionale settimana di quaresima, con i digiuni che precedono la Pasqua, perfino con le accurate pulizie domestiche, e con tutte attività che hanno lo scopo di purificarsi ed eliminare negatività, residui, tossine fisiche e morali.
Mentre la festa della purificazione, o Candelora, è fortemente contrassegnata dai concetti di purificazione, di fiducia e di speranza, quella delle Ceneri è sostanziata addirittura da un segno, le ceneri, appunto, che vengono posate sul capo, per aiutare il fedele nel suo sguardo retrospettivo del ciclo della sua vita finalizzato alla sua purificazione. E’ significativo, a questo proposito, che la lettera zodiacale dei Pesci, sia proprio la RESH, il cui significato è “testa”, “capo umano”.
RESH è il nocciolo di tutto l’uomo, tramite cui si prende coscienza del posto che si occupa nel mondo, poggiando i piedi sulla terra. Ed è nota nell’astrologia medica la connessione del segno dei Pesci con i piedi, con il sistema nervoso, e soprattutto nel liquido vitale che lo protegge (liquor o liquido cefalo-rachidiano).
Colui che, fra i patriarchi biblici, ebbe maggiormente a che fare con i “piedi” e con le “acque”, fu proprio Mosè, che guidò gli ebrei attraverso il deserto verso la terra promessa.
Forse non è un caso che, secondo la tradizione ebraica, questo condottiero nacque e morì nel medesimo giorno di adar, precisamente il giorno 7, nel segno dei Pesci…